Sinossi

Inghilterra, 1950. L’ambasciatore degli Stati Uniti Hiram Otis decide di comprare la tenuta di caccia dei Canterville in Inghilterra, anche se alcune antiche leggende lo danno come infestato da un perfido fantasma. Nonostante il proprietario, Lord Canterville, tenti di dissuaderlo dall’acquisto, Hiram si trasferisce con tutta la famiglia in blocco per le vacanze estive, portando con sè un numero spropositato di valigie e una buona dose di scetticismo. Ad accompagnare Hiram ci sono l’egocentrica moglie Lucrezia, il figlio maggiore Washington, la dolce e tenera figlia Virginia, e le due pestifere gemelle Stella e Cometa.

L’incontro con lo spettro, per nulla spettrale, si rivelerà esilarante. Il fantasma di sir Simon infatti non spaventa ormai più nessuno, ad eccezione forse della governante del castello, la signora Humney, che ancora crede alle storie di fantasmi e alle sue perfomance da attore sul viale del tramonto. Entrambi vivranno con profonda frustrazione l’arrivo della famiglia americana, capace di sconvolgere la loro routine. Sarà questa la fine della trasecolare carriera di Sir Simon? Equivoci e colpi di scena fanno da cornice a una riscrittura per le scene di uno dei racconti classici di fantasmi più amati di sempre.

Apparsa sulla rivista “Court and Society” nel febbraio del 1887, The Canterville Ghost è una short story umoristica che  contribuisce a far conoscere lo stile dissacrante e ironico del dandy Oscar Wilde. In essa si mescolano abilmente realtà e invenzione, quotidianità e leggende, che in quel periodo avevano come protagoniste le storie gotiche di fantasmi e spiriti. Il genio dell’autore elabora una parodia di questi racconti imperniati sull’antitesi tra materia e spirito, condensandola in un “faccia a faccia” tra il culto del denaro della moderna società americana e la fede atavica nell’idealismo e nella tradizione del popolo inglese. Il racconto è stato definito un rebus per l’abilità di Wilde nell’inserire continui rimandi alla storia dei due Paesi, con date, nomi e fatti storici che raccontano, se pur in modo elementare, le differenze tra il vecchio e il nuovo Continente. Una storia che, ancora oggi, rimane senza tempo.



Foto di Giorgio Maria Di Nunzio